Il valore dei sassi
C'era una volta un piccolo villaggio nascosto tra le montagne, dove gli abitanti vivevano una vita tranquilla, scandita dal ritmo delle stagioni. In questo villaggio, la cosa più preziosa non era l'oro o le gemme, ma... i sassi. Sì, proprio così: i sassi!
Ogni anno si teneva il "Festival dei Sassi", dove tutti gli abitanti mostravano i loro sassi più belli. C'erano sassi di ogni forma e colore: tondi, piatti, lucidi, opachi. I bambini facevano a gara per trovarne di nuovi, e gli adulti li collezionavano con la massima cura. La leggenda diceva che chi possedeva il sasso perfetto sarebbe stato benedetto dalla fortuna eterna.
Un giorno arrivò in paese un viaggiatore, un uomo di città con abiti eleganti e una borsa piena di cose strane. Vedendo tutta quella frenesia attorno ai sassi, scoppiò a ridere. "Ma come fate a dare così tanta importanza a dei semplici sassi? Nella mia città abbiamo cose ben più preziose: denaro, macchine, palazzi enormi!"
Gli abitanti del villaggio si scambiarono sguardi perplessi. Non avevano mai visto niente di tutto ciò e, in fondo, non ne sentivano la mancanza. Una vecchia del villaggio si avvicinò al viaggiatore e disse con un sorriso: "Forse è proprio questo il punto, caro. Voi avete tutto eppure non siete mai contenti. Noi abbiamo solo i nostri sassi, ma ci rendono felici."
Il viaggiatore rimase perplesso. Come potevano dei semplici sassi portare felicità? Decise di restare nel villaggio per un po’ di tempo, curioso di capire il segreto di quella serenità. Passarono i giorni e, pian piano, cominciò a raccogliere anche lui dei sassi. All'inizio lo faceva per gioco, ma presto scoprì qualcosa di sorprendente: ogni sasso che trovava sembrava raccontargli una storia, ricordargli un momento della sua vita, un’emozione.
Alla fine del suo soggiorno, il viaggiatore si rese conto che non era la grandezza delle cose a rendere felici, ma la capacità di trovarne il valore. Salutò gli abitanti del villaggio, con la borsa piena di sassi e il cuore leggero.
E, da quel giorno, ogni volta che qualcuno gli chiedeva qual era la cosa più preziosa che possedeva, sorrideva e rispondeva: "Un sasso."
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