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La festa del Papà

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  A te, papà Ci sono cose che da ragazzi non si capiscono. Quelle attenzioni silenziose, quei consigli ripetuti mille volte, quel modo di esserci sempre, anche senza troppe parole. Crescendo, però, capisci. Capisci che dietro ogni sacrificio c’era amore, dietro ogni rimprovero c’era protezione, dietro ogni gesto c’era il desiderio di vederti diventare una persona migliore. Papà, tutto quello che sono lo devo anche a te. Se ho imparato a camminare con le mie gambe è perché tu mi hai sempre sostenuto, anche quando non me ne accorgevo. Se oggi so affrontare le sfide, è perché ho visto te farlo prima di me. Oggi, nella Festa del Papà, voglio dirti grazie. Per tutto, anche per quello che da ragazzo non capivo. Buona Festa del Papà. EB

Notte Incantata in Toscana

Nel cuore dorato di dolci colline, la luna carezza le viti bambine, un soffio leggero si posa nei campi, sussurra alle foglie, racconta di amanti. Le stelle, sospese su onde d’ulivi, si specchiano calme nei calici vivi, e un canto di grilli si alza nell'aria, tra cipressi svettanti, in fila solitaria. Profuma di mosto la brezza leggera, un sogno si stende nell'ombra sincera, mentre il tempo si ferma, sospeso a guardare una notte di stelle che invita a sognare. Oh, Toscana incantata, abbracciami ancora, dipingi d’argento la quieta dimora, ché in questa notte di luce dorata, ogni anima errante ritorna incantata.

Tra finanza e amore

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Nel lieve tintinnio di monete d’oro, inseguo il tempo, ma non lo imploro. Tra grafici stanchi e giorni affannati, sogni sommersi restano celati. Le cifre danzano in fredda armonia, ma il cuore vibra di un'altra energia. A nulla vale un saldo brillante, se il buio ci avvolge, impietoso e costante. Più che investimenti, conti e bilanci, sono le emozioni a guidare i nostri slanci. Perché la vera ricchezza sincera è ciò che resta, quando scende la sera. E mentre il futuro si svela a fatica, tra dubbi, certezze e sorte nemica, so che il valore più grande e perfetto è un cuore che pulsa, colmo d'affetto.

Finite le feste

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Finite le feste Quando in gennaio finite le feste, la pioggia copriva le strade silvestre. Nel rumore di fondo di gocce leggere, cercavo nel cuore risposte sincere. Nel buio profondo la mente vagava, tra ombre di nebbia che il tempo sfumava. I giorni perduti svanivan nel vento, lasciando soltanto un flebile accento. La pioggia cantava con voce sommessa, un ritmo segreto, un’eco depressa. Diceva che tutto ritorna o scompare, che il tempo non si perde, sa dove andare. Così l’ascoltavo nel dolce fluire, mentre il mio cuore stava a sentire. Finché la notte, velata e silente, placava lo spirito in un sogno avvolgente. EB

Il Viaggio della Mia Vita

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  Il Viaggio della Mia Vita Era un sabato d’estate, il 14 agosto 1971, quando tutto ha avuto inizio. Da quel momento sono trascorsi 19.474 giorni, cinque decenni che hanno plasmato ciò che sono oggi, un mosaico di esperienze, emozioni e trasformazioni. In questi anni, il mio cuore non ha mai smesso di battere, circa 2.187.324.736 volte, un instancabile motore che ha pompato oltre 1.682.557 litri di sangue, alimentando ogni cellula del mio corpo. Non meno straordinario è stato il lavoro dei miei polmoni, che hanno inalato e espirato circa 432.548.160 litri di aria, permettendomi di vivere, parlare e respirare la bellezza del mondo. E mentre tutto questo accadeva, il mio corpo ha prodotto l’incredibile cifra di 3.894.807.645.689.263 globuli rossi, cellule che hanno viaggiato in un sistema arterioso lungo 96.000 chilometri, quasi due volte e mezzo il giro del pianeta. Durante tutto questo tempo, ho sbattuto le palpebre circa 420.639.375 volte, mentre i miei occhi hanno percepito qualc...

Dicembre, sospeso tra natale e ricordi.

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Il tempo del Natale portava sempre con sé un freddo pungente, quello che arrossava le guance e faceva fumare il respiro, ma che non riusciva mai a gelare l’entusiasmo dei ragazzi. Era il tempo in cui la scuola chiudeva e le giornate si allungavano in una libertà che sembrava infinita. Si usciva di casa imbacuccati in sciarpe e cappelli, pronti a rincorrersi per strada o a improvvisare partite di pallone, anche con le mani gelate e i piedi che scivolavano sui marciapiedi freddi. Non importava che il campo fosse una piazza, un cortile o un pezzo di strada sgombra: bastava un pallone e la compagnia di chi, come noi, non si stancava mai. La mattina iniziava sempre nello stesso modo: il tepore del letto abbandonato con riluttanza, i piedi nudi che cercavano pantofole calde, e poi quel profumo inconfondibile che veniva dalla cucina. L’aroma del latte appena scaldato, a volte un po’ bruciato sul fondo del pentolino, si mischiava a quello deciso e avvolgente del caffè, segno che la giornata er...

Novembre: L'attesa dell'inverno

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  Novembre si veste di nebbia sottile, sussurra promesse nel freddo gentile. Le foglie ingiallite si adagiano a terra, tappeto dorato, l'autunno che serra. Si accorciano i giorni, il cielo si tinge di grigio silenzio, la pioggia s’avvinge intorno alle case, sui vetri appannati, come lacrime lente di sogni spezzati. S’innalza nell’aria un sentore di legna, profumo di muschio la nebbia si impregna. Novembre raccoglie gli ultimi fiori, e avvolge la terra di caldi colori. C’è un senso d'attesa, un tacito canto, un respiro profondo, un piccolo incanto. Novembre riposa, sospira leggero, prepara l'inverno, austero e sincero. EB